La Sabina romana e pre-romana
Il suo declino definitivo avviene nel 174 a.C. a causa di un forte terremoto, che coinciasse con la riorganizzazione del territorio e dell'agricoltura, dovuta alla necessità di incrementare le rese usando nuovi sistemi produttivi. Segno di questi cambiamenti sono le numerose ville romane sorte nella Sabina intorno al II secolo a.C., ad esempio "i Casoni", una villa romana attribuita a Varrone, vicino al'odierno Poggio Mirteto. Vennero chiamate villae rusticae, la loro produzione fu orientata verso il mercato romano, facilmente raggiungibile sfruttando il Tevere ed era costituita nella maggior parte dalla vinicoltura, dall'olivicoltura e da qualche allevamento, (incluso quello dei tordi) molto apprezzato dal mercato romano. |
![]() Degli scavi fatti nelle vicinanze di Toffia attestano la presenza della cultura Appenninica nella Sabina di 4000 anni fa. |
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Il dominio dell'Abbazia Il periodo sucessivo al declino dell'Impero romano venne caratterizzato da ![]() |
L'incastellamento Nello stesso periodo la popolazione abbandonava i vecchi centri ubicati a fondovalle, per ![]() |
Il dominio delle grande famiglie Romane Intorno al 700 le popolazioni cominciarono a lasciare i vecchi centri per spostarsi nelle campagne, dove costruirono case sparse nel territorio. Questo processo avvenne soprattutto nella bassa Sabina dove la fertilità della terra permetteva l'introduzione della cosidetta "mezzadria", sistema nel quale i contadini cedevano metà del raccolto al proprietario in cambio dell'uso del casale e della terra. |