VILLA IN SABINA CON PISCINA PRIVATA

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La storia della Sabina

22.02.2013 20:20

La Sabina romana e pre-romana
La Sabina è stata abitata fin dalla preistoria, lo attestano resti di insediamenti umani ed attrezzi in selce, databili al Paleolitico (60.000-30.000 a.c.) trovati in tutta la zona. Nei periodi successivi sono poche le testimonianze di presenza umana, fino al 3.000 a.C., epoca alla quale sono attribuibili i resti dell'antica città di Eretum, vicino all'odierna Montelibretti.


I Sabini, giunti dalla costa Adriatica, arrivano nella zona intorno all X -IX secolo a.C., fondando le città di Reate, Trebula Mutuesca e Cures Sabini. Grazie alla sua posizione strategica vicino al fiume Tevere e la Salaria, Cures (nei pressi dell'odierno paese di Talocci) diventò ricca, arrivando ad occupare ben trenta ettari. Inoltre controllava gran parte delle terre intorno, che fornivano prodotti agricoli. Dopo la sconfitta dei Sabini nel 290 a.C., Cures venne gradualmente assorbita dallo Stato romano.

Il suo declino definitivo avviene nel 174 a.C. a causa di un forte terremoto, che coinciasse con la riorganizzazione del territorio e dell'agricoltura, dovuta alla necessità di incrementare le rese usando nuovi sistemi produttivi. Segno di questi cambiamenti sono le numerose ville romane sorte nella Sabina intorno al II secolo a.C., ad esempio "i Casoni", una villa romana attribuita a Varrone, vicino al'odierno Poggio Mirteto. Vennero chiamate villae rusticae, la loro produzione fu orientata verso il mercato romano, facilmente raggiungibile sfruttando il Tevere ed era costituita nella maggior parte dalla vinicoltura, dall'olivicoltura e da qualche allevamento, (incluso quello dei tordi) molto apprezzato dal mercato romano.

Gli Scavi di Cerreto
Degli scavi fatti nelle vicinanze di Toffia attestano la presenza della cultura Appenninica nella Sabina di 4000 anni fa.

La Villa Romana di Marignano
Questa villa grande e lussuosa dimostra l'importanza delle terre agricole Sabine per i Romani

 

 

Il dominio dell'Abbazia
Il periodo sucessivo al declino dell'Impero romano venne caratterizzato daAbbbazia di Farfa ripetute invasioni, da spopolamenti dovuti alla peste e dalla disgregazione del potere centrale, ma anche dalla diffusione del cristianesimo e del monachesimo. Nel VI secolo, secondo la leggenda, venne fondata l'Abbazia di Farfa, che, dopo la sua distruzione da parte dei longobardi e la sua riconsacrazione avvenuta nel 680 d.C., giocò un ruolo di profonda importanza nella storia della Sabina dei secoli seguenti. L'Abbazia apparteneva all'ordine dei Benedettini, una organizzazione potente in tutta l'Europa e con i propri interessi politici ed economici, spesso contrastanti a quelli del Pontifice. Inoltre contribuiva a custodire e diffondere il sapere in un mondo quasi completamente analfabeta. L'abbazia divenne ricca sotto la protezione dei duchi longobardi e, dopo il 775 d.C., dall'impero carolingio, che portò un certo sviluppo agricolo ed economico alla zona, nonostante questo nel 913 d.C. venne saccheggiata dai Saraceni.


L'incastellamento
Nello stesso periodo la popolazione abbandonava i vecchi centri ubicati a fondovalle, per costruire nuovi insediamenti facilmente difensibili, in cima alle colline. Questo processo, chiamato "incastelllameno", ebbe inizio nella Sabina intorno al VIII secolo e rappresentò anche la concentrazione del potere in piccoli feudi, a loro volta vassali di signori più potenti. Il castello medioevale fu il simbolo di questo potere basato soprattutto sulla forza militare. Quasi tutti i centri della Sabina vengono fondati nel IX-XI sec. d.C e molti di loro furono vassali dell'Abbazia durante questo periodo. La popolazione viveva dentro le mure, usciva di giorno soltanto per lavorare nei campi.


Il dominio delle grande famiglie Romane
Nel XII secolo la Sabina vide il declino del potere dell'Abbazia e l'affermarsi dello Stato pontificio. Da ora in poi la sua storia, e quella di molti paesi nelle vicinanze, si intreccia con quella del Pontificato e delle grandi famiglie Romane. L'egemonia di questi signori venne segnata nell'architettura stessa dei vecchi centri. Durante il rinascimento alcuni vecchi castelli della Sabina furono trasformati in palazzi baronali, in particolare a Roccasinibalda, Collalto e Orvinio, ed altrii furono costruiti come ad esempio Palazzo Camuccini a Cantalupo o Palazzo Orsini a Toffia.

Intorno al 700 le popolazioni cominciarono a lasciare i vecchi centri per spostarsi nelle campagne, dove costruirono case sparse nel territorio. Questo processo avvenne soprattutto nella bassa Sabina dove la fertilità della terra permetteva l'introduzione della cosidetta "mezzadria", sistema nel quale i contadini cedevano metà del raccolto al proprietario in cambio dell'uso del casale e della terra.

 

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